mercoledì 30 ottobre 2013

Smettere di Russare rende più giovani ed Attraenti


Smette di russare rende più giovani e attraenti


Lo studio su 22 pazienti pubblicato dai ricercatori dell’Università del Michigan

Fronte gonfia e arrossamenti diffusi sul volto sono i sintomi di chi russa. 
In base a uno studio pubblicato dai ricercatori dell’Università del Michigan sul Journal of Clinical Sleep Medicine, chi soffre di “apnee ostruttive del sonno” è soggetto a peggiorare il proprio aspetto e a renderlo meno giovane e meno attraente.

Su un campione di 22 persone affette da apnea notturna sono state scattate foto in 3D ad alta risoluzione del volto prima e dopo il trattamento di “ventilazione a pressione positiva continua”.

Il metoto è conosciuto con il termine di C-Pap (dall’acronico inglese Positive airway pressure) ed è utilizzato principalmente nel trattamento delle apnee del sonno, sistema per il quale vennero sviluppate le prime apparecchiature. 
Dallo studio è emerso che dopo il trattamento, nel 68% dei casi i volti dei pazienti erano più vigili, nel 67% più attraenti e nel 64% più giovanili. “I dati – hanno riferito i ricercatori – dimostrano come sia importante non sottovalutare il problema e come i pazienti debbano fare un uso regolare degli apparecchi per la Cpap e di tutte le cure necessarie”.
Art Tratto da: http://lifestyle.tiscali.it/salute/feeds/13/09/19/t_71_20130919_news_15656.html
Il Team di Apnee Ostruttive del  Sonno


martedì 29 ottobre 2013

Apnea del sonno può causare una lesione miocardica

Apnea del sonno può causare una lesione miocardica

 
 
L'apnea ostruttiva del sonno può causare numerosi problemi e scompensi cardiaci.

La cosiddetta apnea ostruttiva del sonno (OSA) già nota per essere associata a un aumento dell’incidenza di malattie cardiovascolari, sembra possa anche causare una lesione miocardica subclinica e scompenso cardiaco
 
 
L’apnea ostruttiva del sonno (OSA) è quella condizione in cui si verifica un’alterazione respiratoria durante il sonno. Si ritiene sia causata da un eccessivo rilassamento della muscolatura della gola che permette il passaggio dell’aria. Questo eccessivo rilassamento può rendere difficile il passaggio dell’aria e provocare delle vere e proprie apnee, in cui la persona non respira per un tempo più o meno variabile. Uno degli effetti di questa situazione è l’impossibilità di fornire un’ossigenazione adeguata.

Questa condizione è già stata associata a un aumento del rischio di malattie cardiovascolari, tra cui infarto e ictus. E, oggi, un nuovo studio l’associa anche alle lesioni subcliniche del miocardio.
Quello che si sapeva è che l’OSA è riconoscibile per via di un aumento del livelli di troponina T ad alta sensibilità (Hs-TnT). I livelli di Hs-TnT elevati sono predittivi sia di malattia coronarica (CHD) che insufficienza cardiaca (HF) nella popolazione generale.
In questo studio, i ricercatori del Brigham and Women’s Hospital di Boston sono riusciti per la prima volta a dimostrare un’associazione indipendente tra la gravità dell’apnea del sonno e questo marcatore precoce di danno miocardico.

«Anche se OSA è associata a un aumento del rischio cardiovascolare – spiega il dott. Amil M. Shah – un nesso causale è stato difficile da stabilire a causa dell’associazione di OSA con altri fattori di rischio. Nel nostro studio, siamo stati in grado di dimostrare che una maggiore gravità dell’OSA è indipendentemente associata con livelli i di Hs-TnT più elevati, suggerendo un ruolo per il danno miocardico subclinico nel rapporto tra OSA e scompenso cardiaco».

I ricercatori hanno coinvolto nello studio 1.645 soggetti di mezza età e anziani che facevano parte del “Atherosclerosis Risk in Communities” e lo “Sleep Health Study”. Al basale, tutti i partecipanti non presentavano una malattia coronarica né insufficienza cardiaca.
I soggetti sono poi stati monitorati per mezzo della polisonnografia durante il riposo notturno a casa propria. Il periodo di follow-up è durato di 12,4 anni, e in base ai dati raccolti la gravità dell’OSA è stata classificato come: nulla, lieve, moderata o grave in base all’Indice di Disturbo Respiratorio.

I dati sono poi stati oggetto di aggiustamento tenendo conto dei possibili fattori confondenti quali l’età, il genere sessuale, l’indice di massa corporea (BMI), il vizio del fumo, l’assunzione di alcol, l’ipertensione, il diabete, le variabili di funzionalità polmonare (FEV1 e FVC), la presenza o stato di BPCO, la pressione sanguigna sistolica, il colesterolo totale, il colesterolo LDL e HDL, i trigliceridi, i livello di insulina e la velocità di filtrazione glomerulare stimata (eGFR).
Dopo questa fase di aggiustamento, i dati hanno mostrato che i livelli di Hs-TnT erano significativamente associati con l’OSA e che in tutte le categorie di gravità dell’OSA, Hs-TnT era significativamente correlato al rischio di morte o di insufficienza cardiaca. Infine, questo rapporto è stato più elevato nel gruppo con OSA grave.
I livelli di un peptide (N terminal pro B-type natriuretic), che è un biomarcatore di un aumentato stress della parete ventricolare, non erano tuttavia associati a questo rischio.

«I nostri risultati suggeriscono una relazione tra danno miocardico subclinico e l’aumento del rischio cardiovascolare osservato nei pazienti con OSA. Il monitoraggio dei livelli di Hs-TnT in questi pazienti può avere un valore prognostico, in particolare nei pazienti con OSA grave», conclude il dottor Shah.

I risultati completi dello studio sono stati pubblicati prima della stampa sulla versione online dell’American Journal of Respiratory and Critical Care Medicine, la rivista dell’American Thoracic Society (ATS).


 Art. tratto da:
http://www.lastampa.it/2013/10/28/scienza/benessere/salute/apnea-del-sonno-pu-causare-una-lesione-miocardica-5LpkwHGsH7ofr5Ooe8RxNL/pagina.html

Il Team di Apnee Ostruttive del Sonno.